Tra le pochissime cose che amo del mondo c'è la televisione. Amo
la televisione perché al contrario dell'arte, della cultura, della
filosofia, della matematica e della fisica, non ha nessun tipo di
problema a mostrare la bassezza che contraddistingue l'umanità.
Le "sfere alte" dell'intelletto e dello spirito se ne
stanno lì con la loro spocchia a mostrare quanto in alto può
arrivare l'essere umano, quante cose meravigliose può fare con la
sua mente e con le sue mani, quante idee stupende possono
rivoluzionare il mondo in un momento.
Le "sfere alte" se ne stanno lì con la loro spocchia ad additarti
mentre sei ad oziare sul divano senza voglia di fare assolutamente un
cazzo né per te, né tanto meno per l'umanità. Ti additano come dei
genitori rompicoglioni che non vogliono che tu disperda l'esistenza
in futilità, che si aspettano impegno e bo, cose tipo partecipazione
(o mio dio no, non voglio assolutamente partecipare a niente per
principio da quando sono una bambina di 12 anni che si rifiutava di partecipare alle feste di compleanno dei suoi compagni).
Invece la televisione non è così. Non ha spocchia, né
presunzione. Non ti giudica se ozi sul divano, anzi ti tiene
compagnia. Ti aiuta a darti giustificazioni se decidi di buttare
un'altra giornata della tua vita nel cesso. E mentre l'ennesimo libro
spesso che ti sei comprata sulla filosofia dei numeri ti osserva con
sdegno dallo scaffale su cui lo hai depositato settimane fa, poco più
sotto la tua amica e sorella tv non ti nega un sorriso, quattro
chiacchiere e un po' di colore nella tua altrimenti grigissima
giornata.
E questa tua coraggiosa amica se ne sta lì e non ti parla di
quanto è meravigliosa l'umanità per farti sentire una merda totale,
ma ti fa vedere che tutti sono una merda anche molto peggio di te.
Che tutti siamo qui a sprecare le nostre vite nel modo peggiore.
perché siamo liberi di farlo e anche contenti di poter essere
insignificanti. E anche quando cerca di mostrarti programmi e spot
che dovrebbero essere in qualche modo formativi, in realtà non
riesce ad essere credibile e risulta ancora più nichilista di quando
cerca di intrattenerti stupidamente. Sì, quando la tv cerca di darsi
un tono e di farsi impegnata, mi fa tantissima tenerezza, poverina.
Sembra quei bambini down che poi imparano a contare e tutti gli
dicono "ooooooh che bravo". Sembra quelli senza gambe di Berry che poi un giorno strisciando riescono ad arrivare da soli al
cesso e tutti stanno lì e
dicono "oooooh che bravo". Insomma si capisce che la tv non
è nata per scopi alti, così come si capisce che il down non è nato
per riformulare la teoria della relatività. Tuttavia ci provano e
riempiono il cuore di tristezza quando lo fanno.
E questa tristezza, di chi non è nato per fare una cosa ma decide
di farla lo stesso, sta alla base di quello di cui vorrei parlare
oggi: MADE.
Tra le tantissime cose che amo della tv c'è MTV. E tra le
tantissime cose che amo di MTV c'è MADE.
Made è un programma a dir poco osceno per la sua bruttezza e
raccapricciante per la sua idea fondante. Tale idea è più o meno la
stessa falsa illusione che sta alla base dello stolto ottimismo e
dell'idiota voglia di fare tipica degli americani (almeno nella
visione assolutamente e volutamente stereotipata che ne ho io). Ed è
cioè questa: io sono nata grassoccia e bruttarella, timida e schiva,
ma molto portata per la letteratura e la poesia, però un cazzo di
inutile giorno mi fisso che no, è meglio non perdere tempo cercando
di diventare una scrittrice, ma voglio diventare una reginetta di
bellezza nonché contorsionista e andare alle olimpiadi di ginnastica
artistica tra due settimane. E meno male che c'è MTV lì che ti
aspetta, che anziché dirti "basta con le stronzate, su, torna
in te!" e darti uno schiaffo per riportarti al senso della
realtà, decide di aiutarti perché la tua è una storia che vale la
pena di essere raccontata(???). E così, in men che non si dica, ti
affianca un essere che tendono a definire COACH e da qui parte la
solita tiritera tutte le volte: ci provo, non ci riesco, piango,
voglio lasciare, il coach mi fa un discorso sull'autostima e allora
io poi credo in me ed allora : FATTO!
Nella meravigliosa puntata di oggi c'è un promettente ragazzino,
molto sveglio ed intelligente, con un'ottima parlantina, ma non molto
dotato fisicamente, anche perché malato di asma, che improvvisamente
decide di fare il calciatore, pur odiando lo sport e il calcio da una
vita. E così abbandona ciò che gli viene benissimo per diventare
uno che gioca a calcio da schifo e che non lo vuole nemmeno fare.
MTV gli mette vicino un superfighissimo coach, calciatore,
ignorantello, che crede tantissimo nell'autostima e nel "certo,
puoi farcela anche tu , basta volerlo, fa niente se hai gli attacchi
d'asma, ecc ecc"
E così sto ragazzino, che in realtà vuole fare il calciatore
solo perché il suo per quanto abbastanza sviluppato cervello è
obnubilato dagli ormoni e vede nel calcio una breve via verso la sua
prima volta, si ritrova a dover accantonare delle altre cose che
faceva e in cui era un leader...tipo una fantomatica gara di discorso
o una cosa del genere, che non ricordo bene, ma che comunque in
Italia non esiste, una cosa in cui ti mettono su un palchetto e devi
dimostrare la tua eloquenza, credo, cosa nella quale il povero
ragazzetto era NATURALMENTE PORTATO, e infatti vince già dalla prima
volta che partecipa. E poi lascia la sua più grande passione: il
teatro, poverino. E tutto quello che è fatto per lui e che lui sa
fare. E viene buttato in una tre giorni di selezione con tutti i
calciatori più bravi della sua scuola in cui un altro coach deve
selezionare chi sarà nella squadra l'anno successivo. Ovviamente lui
è il peggiore di tutti lì, e nonostante MTV abbia sicuramente
provato a corrompere il coach numero 2 per convincerlo a scegliere
l'inetto e per far trionfare il buonismo e mtv che tutto può fare
come dio, il coach non ce l'ha fatta e non l'ha scelto. Tutti però
ovviamente dicono la classica cosa che no, non hai perso, hai vinto,
perché hai vinto i tuoi limiti ecc ecc... le solite cose a cui
nessuno crede. In realtà hai perso totalmente e in tutto.
E pensare che sto ragazzino a un certo punto, povera stella, dopo
aver avuto un attacco d'asma e aver vomitato, ha una sorta di
ri-presa di coscienza e dice "nooo mollo, anche perché nn solo
non sono capace e ho l'asma quindi rischio di morire, ma il calcio mi
fa pure schifo. Invece il teatro lo amo, ieri ho visto
rochihorrorpicturesciò e mi sono commosso, quello è il mio mondo."
Ma meno male che queste cose le dice al suo coach, che non lascia
spazio ai piagnistei di uno che non vuole più provare a fare una
violenza totale sul proprio spirito e, in questo caso, anche sul
proprio corpo! E meno male che c'è lì il coach che con qualche
massima sull'autostima (che non so perché, ma risulta essere sempre
il nodo cruciale di ogni puntata, come se fosse l'unica cosa che
tiene lontana una cicciona dalla carriera di modella e un asmatico da
quella di calciatore) e qualche massima in generale dà di nuovo al
ragazzino la carica che gli mancava.
E meno male che ci sono anche i suoi zoticissimi genitori che a un
certo punto gli dicono, molto affabilmente "guarda se lasci ora
il calcio NON TI DAREMO PIU' IL PERMESSO NEMMENO DI TORNARE A TEATRO,
NON POTRAI FARE PIU' NIENTE PER TUTTA LA TUA VITA PERCHE' SE MOLLI
ORA UNA COSA E' COME SE MOLLASSI TUTTO PER SEMPRE" ?????????? Ma
cioè, ci rendiamo conto? E così il ragazzino torna a calcio. Ecc
ecc.
Ecco FATTO! MADE!
Mtv da buona tv per i giovani americani si ostina a mandare uno di
quei messaggi che io ho sempre reputato tra le cose più stupide che
cercano di inculcarti in quest'epoca moderna: se credi e vuoi tanto
una cosa, ti ci impegni e ci metti tutto te stesso, ci riuscirai. Non
arrenderti a quello che sei. Metticela tutta e potrai essere quello
che vorrai.
Ecco, tutto ciò non è assolutamente vero. Ogni essere umano
nasce completamente differente dagli altri. Ha già per sua natura un
bagaglio in dotazione, talvolta ricchissimo, talvolta un po'
limitato. Ognuno ha la sua zavorra di innatismo da portarsi dietro.
Fanculo le tabule rase e tutto il resto. Cazzate. Certo il tuo
bagaglio di innatismo è fortemente modificabile in base al corso
della tua esistenza e anche in base alla volontà. Su questo
concordo. Tuttavia ritengo anche che nella vita di ogni uomo ci sia
un fondamento di predestinazione, non in senso teleologico cristiano,
bensì in senso più ampio, di predeterminazione del proprio destino
in base al proprio bagaglio innato. Ovvero, se nasco con una spiccata
tendenza alla scrittura, con un amore verso essa apparentemente
inspiegabile, è altamente probabile che il mio destino sia in quella
direzione, piuttosto che in quella calcistica diciamo.
Questo è da molti ritenuto uno scempio perché sembra toglier
libertà e potere all'essere umano. Ma effettivamente è così. Non
siamo liberi e potenti di fronte a tutto. Siamo comunque schiavi dei
nostri limiti, che prima o poi nella vita vanno riconosciuti. E non è
vero che i limiti ce li si mette da soli perché si crede di averli
o per stupide questioni legate all'autostima. I limiti umani sono
ontologici. Sono propri dell'essere.
Trovo vomitevole la tendenza contemporanea a far credere all'uomo
di essere onnipotente e di legare tutto alla sua volontà.
La volontà ha un ruolo centrale nell'attuazione di ciò che è
innatamente presente nell'individuo. Essa estrinseca e potenzia ciò
che l'io individua come peculiare del proprio essere. Diciamo
piuttosto che a parer mio è grande virtù di taluni uomini saper
riconoscere molto presto ciò per cui sono nati, la loro peculiarità.
E così non disperdono energie e volontà nell'inutile perseguimento
di strade che non sono le loro, in cui non potranno mai eccellere. E
nemmeno trovare equilibrio, pace interiore o felicità, a seconda di
quello che la loro cultura gli insegna a cercare.
La volontà rende eccellenti coloro che riconosciute le doti
innate del loro essere, dedicano l'esistenza terrena al potenziamento
di esse. Niente è FATTO. Tutto è un continuo lavoro di volontà su
ciò che è una base preesistente anche alla vita stessa
dell'individuo.
Uno dei grandi problemi della nostra società è che a niente e
nessuno è più riconosciuto un ruolo che in maniera spontanea
abbracci e coincida morbidamente con le peculiarità di colui che lo
compie.
La grandezza della Repubblica di Platone stava lì,
nell'ipotizzare una società in cui ognuno faceva ciò per cui era
nato. Ciò che amava. Ciò che sapeva. E questo secondo un criterio
di naturalezza totale per cui io nasco e amo coltivare la terra, e
quindi coltiverò la terra e diventerò eccellente in questo e tutti
godranno della mia sapienza nel coltivare la terra. Non tutti possono
(e nemmeno vogliono) diventare filosofi, sportivi, artisti, detentori
del potere. Ma non per limiti sociali o di "casta" , bensì
per non stravolgere l'essere e l'essenza del singolo.
Questa è un'impostazione della società che fa venire la pelle
d'oca a molti fautori del libero determinismo dell'uomo all'interno
dell'esperienza terrena della sua vita, perché in esso non riescono
a cogliere il principio di grande rispetto verso ogni prerogativa
dell'essere uomo. Si preferisce far vincere la più facilmente
digeribile ipocrisia del pensare che tutti possano tutto, perché a
conti fatti il pensare che tutti possano tutto è dal punto di vista
filosofico equivalente al pensare che nessuno possa niente, come
effettivamente è nella realtà della nostra società. Vediamo in tv
un estremo irrealizzabile portato su di un piano virtuale e pensiamo
quanto lontana sia la nostra realtà in cui ogni porta è chiusa. Ed
è comodo far credere che la colpa del fatto di non arrivare sia di
chi non arriva, perché non ci crede abbastanza o qualche cagata
simile. Viviamo nel paradosso completo per cui ognuno (o quasi) alla
fine fa o ciò che non vuole o ciò per cui non è portato.
E allora va bene.
Aspettiamoci un mondo in cui la scrittrice sarà contorsionista e
l'attore di teatro sarà calciatore. E quello che ha sempre voluto
fare l'attore di teatro si ritrova a fare il salumiere, anche se
sarebbe un bravissimo attore. Un mondo in cui nessuno amerà la
propria attività perché non è la sua e in cui nessuno eccellerà
perché non ha perseguito il proprio destino.
E meno male che in tutto questo c'è MTV che ci dà una mano,
pronta a fornirci i suoi coach e il suo supporto. E così ciò che
non può l'Essere, può la tv. Ciò di fronte a cui la metafisica ci
insegnerebbe ad arrestarci, oggi grazie a MADE è in men che non si
dica FATTO!
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